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Immagine realizzata da uno studente Tecnica del Carboncino Multimediale |
Questo mese, attraverso i miei Voli Pindarici, voglio rendervi partecipi di una bellissima esperienza che ho vissuto qualche anno fa insieme ad alcuni studenti e a due colleghi con i quali ho condiviso fatiche, gioie e anche, perché no, contrarietà.
Attraverso un percorso dalle modalità complesse, lungo, non semplice perché prevalentemente introspettivo, abbiamo abbracciato campi che hanno spaziato nella recitazione, nella danza espressivo-teatrale e motricità fine, nella lettura ed analisi, avvolte anche goliardica, di alcuni testi classici. Il merito di tutto questo è stato quello di fare nascere la consapevolezza dei propri limiti e la necessità di porsi delle mete da raggiungere.
In quel contesto ho ideato, dalla stesura del copione, ai costumi di scena, alle coreografie delle danze allegoriche e alla scelta delle musiche e suoni, lo spettacolo teatrale "La Voce del Silenzio" di cui voglio darvi qui solo un assaggio.
Prologo: Nato dal vissuto dei ragazzi, "La Voce del Silenzio", in due atti, rappresenta uno sguardo sulla vita quotidiana di un ragazzo (Timmy) che, alle prese con i conflitti dell'adolescenza, si chiude in se stesso. Solo Miriam è in grado di ascoltarlo e capirlo ma .... In Timmy accade qualcosa, però, che lo porta a "rinascere" seppure dopo una estenuante lotta interiore.
The Brave
Sperando di avervi anche solamente incuriosito, vi rimando alla lettura della seconda parte di questo post (prossimo mese). Intanto aspetto di leggere i vostri commenti, sempre graditi, qui sotto 😉.
Complimenti. Penso che sia stata una bellissima esperienza, come lo sono tutte quelle che permettono di conoscere, migliorare noi stessi e che ci aprono le porte a nuovi interessi. Sono momenti di crescita che ci portano ventate di novità nella nostra vita. Buon lavoro allora
RispondiEliminaMariarososaria intanto ti ringrazio per il tuo contributo. Si, effettivamente questo tipo di esperienze, estremamente particolari e costruttive, mettono a nudo aspetti di noi stessi che non sempre siamo in grado o vogliamo riconoscere. Ma queste esperienze sono belle anche perchè cambiano completamente il tradizionale rapporto docente/discente
EliminaA me è capitato la stessa cosa ma voluta e ne sono uscito da solo grazie alla lettura di libri non specifici ma che mi hanno formato
RispondiEliminaComplice anche il mio carattere un po' solitario
Ma la iniziativa e lodevole e potrebbe essere illuminante x chi potrebbe esserne succube
Da ripetersi
Ciao Donato. Il percorso ha, consapevolmente e inconsapevolmente, messo a nudo fragilità insospettabili in tutti coloro che vi hanno preso parte. Ma la soddisfazione finale di avere affrontato i propri limiti è stata grande
EliminaNon finisci mai di stupirmi con le tue numerose attitudini. Non posso farti che i miei complimenti! E comunque sempre W il teatro!
RispondiEliminaGrazie mille Stefania e ... W il Teatro 😀
EliminaInsegnare è un'arte. Complimenti prof., iniziativa degna di una persona sensibile, impegnata ad aiutare la crescita del bagaglio culturale dei nostri giovani.
RispondiEliminaGrazie Rosanna. Ci proviamo anche se non sempre le condizioni sono favorevoli per la realizzazione di questo tipo di attività che richiedono passione, tempo, pazienza e voglia di mettersi in gioco da parte di tutti gli attori coinvolti
EliminaMia cara, hai toccato un campo che da 2 anni volevo intraprendere e che purtroppo la pandemia ha bloccato sul nascere. Cercare di fare nuove esperienze è sempre utile, potremmo magari collaborare per quanto tu possa farlo con gli impegni scolastici. Ma possiamo farlo anche a distanza...vorrei migliorare e cambiare un modello di vita che non mi è confacente. Punto sui giovani anch'io, ormai gli adulti non li cambi più. Quel modus vivendi è intrenseco e non lo estirpi facilmente. La vedo dura anche con i ragazzi...figurati
RispondiEliminaIn effetti è difficile anche con i ragazzi perchè sono spesso apatici e non aperti al nuovo. Ma si può e si deve provare quindi potremmo collaborare ma aspettiamo tempi migliori😊
EliminaComplimenti...aspetto con ansia di leggere la seconda parte🥰
RispondiEliminaGrazie. Spero di non deludere😁
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RispondiEliminaComplimenti. Mi stupisci sempre di più per la tua fantasia e creatività. Aspetto incuriosita la seconda parte.
RispondiEliminaGrazie troppo buona 😃. Spero che anche la seconda parte ti piaccia 😊
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RispondiEliminaComplimenti! Hai stuzzicato la mia curiosità...aspetto la seconda parte!
RispondiEliminaIl teatro sicuramente aiuta anche i ragazzi piu' introversi, con risultati inaspettati.Bisognerebbe dare più spazio a queste attività nella scuola.
Un abbraccio forte.
Grazie dei complimenti e spero di non deludere le aspettative con il prossimo post. Certamente il teatro ha una funzione molto più che ricreativa prova ne è, come dicevo, che tutti i ragazzi, ed anche noi adulti, hanno dovuto affrontare molte loro paure e molti limiti. Molti di loro erano psicologicamente fragili o per particolari situazioni famigliari o perché appartenenti a particolari categorie di disturbi dell'apprendimento ed i risultati finali sono stati davvero sorprendenti.
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RispondiEliminaUno dei più grandi uomini di teatro del novecento, Jacques Copeau ha scritto nei suoi Cahiérs: «non nasce teatro laddove la vita è piena, dove si è soddisfatti. Il teatro nasce dove ci sono delle ferite, dove ci sono dei vuoti. È lì che qualcuno ha bisogno di stare ad ascoltare qualcosa che qualcun altro ha da dire a lui.
RispondiEliminaEsperienza con una valenza didattica educativa che permette di conoscere meglio se stessi e gli altri
Complimenti Prof. Esperienza da ripetere.
Grazie mille Rosanna. In effetti, se ci pensiamo, è proprio così. Il teatro nasce laddove ci sono dei vuoti e di vuoti intorno a noi ce ne sono tanti. la valenza educativa di quest'arte potrebbe colmarli, almeno in parte.
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